Avendo già fatto un buon lavoro qui sulla Terra, gli esseri umani sono sulla buona strada per inquinare i cieli appena oltre la nostra atmosfera. Dopo quasi 70 anni di moderna missilistica e progetti satellitari, ci sono letteralmente milioni di oggetti scartati di un centimetro e più in orbita attorno al pianeta, insieme a circa 130 milioni di frammenti più piccoli di spazzatura spaziale. Ripulire tutti quei detriti rappresenta già una sfida per esperti e legislatori. Secondo quanto riferito, la situazione è diventata così grave che i progetti pilota non riescono nemmeno a decollare senza essere costretti a ricalibrare i propri obiettivi.
Secondo l’Agenzia spaziale europea che lavora insieme alla startup svizzera ClearSpace, i pianificatori del progetto dovranno modificare la loro missione di rimozione degli “oggetti abbandonati” attualmente prevista per il 2026. Il motivo? Sembra che la spazzatura spaziale destinata alla cattura e alla deorbitazione controllata sia stata colpita un altro pezzo di spazzatura spaziale. I rappresentanti dell’ESA e di ClearSpace stimano che la causa più probabile sia un “impatto iperveloce di un piccolo oggetto non tracciato” che si è schiantato contro il loro bersaglio di detriti missilistici di 113 kg e largo due metri, lanciato per la prima volta durante una missione ESA del 2013. Anche se la collisione sembra aver provocato un “rilascio a bassa energia di nuovi frammenti”, la valutazione preliminare del team indica un aumento “trascurabile” dei rischi di collisione per le missioni future.
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Il team della missione ClearSpace-1 sta attualmente proseguendo come previsto mentre vengono raccolti più dati sul loro obiettivo leggermente danneggiato, mentre un’analisi completa non è prevista per almeno “diverse settimane”. Fino ad allora, ClearSpace e l’ESA tratteranno la nuova complicazione come un ottimo esempio di questo fenomeno Perché tali progetti sono già così necessari.
“Questo evento di frammentazione sottolinea l’importanza della missione ClearSpace-1. La minaccia più significativa rappresentata dai detriti spaziali più grandi è che si frammentano in nubi di oggetti più piccoli che possono causare danni significativi ai satelliti attivi”, hanno spiegato i rappresentanti dell’ESA. “Per ridurre al minimo il numero di eventi di frammentazione, dobbiamo ridurre urgentemente la creazione di nuovi detriti spaziali e iniziare a mitigare attivamente l’impatto degli oggetti esistenti”.
COME Universo oggi rileva inoltre che accelerare questi progetti è estremamente importante per evitare la cosiddetta “cascata di Kessler” o “sindrome di Kessler”. In questi scenari, lo spazio orbitale sopra la Terra diventa così spazzatura che le collisioni dei detriti sono praticamente impossibili da evitare, producendo così più detriti, che generano più collisioni e così via. Come per gli altri nostri problemi basati sull’inquinamento qui sulla Terra, è difficile stimare un periodo di tempo per un punto critico esatto, ma basti dire che agenzie come l’ESA lo sapranno quando lo vedranno. Escludendo ulteriori imbrogli orbitali, speriamo che progetti come ClearSpace-1 raggiungano i loro obiettivi e avviino la tanto necessaria pulizia dello spazio.