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A settembre, la società di impianti cerebrali Neuralink di Elon Musk ha annunciato la tanto attesa notizia che avrebbe iniziato a reclutare volontari per una sperimentazione clinica per testare il suo dispositivo. Conosciuta come interfaccia cervello-computer, o BCI, raccoglie l’attività elettrica dei neuroni e interpreta tali segnali in comandi per controllare un dispositivo esterno. Mentre Musk ha affermato di voler fondere gli esseri umani con l’intelligenza artificiale, l’obiettivo iniziale di Neuralink è consentire alle persone paralizzate di controllare un cursore o una tastiera solo con il pensiero.
Anche gli sforzi rivali per connettere il cervello delle persone ai computer stanno facendo progressi. Quest’anno, il concorrente di Neuralink Synchron ha dimostrato la sicurezza a lungo termine del suo impianto nei pazienti. Altre startup hanno testato nuovi dispositivi su soggetti umani, mentre nuove iniziative sono entrate in scena.
“Può sicuramente sembrare un anno di svolta, ma in realtà è il risultato di decenni di lavoro nel mondo accademico”, afferma Sumner Norman, ricercatore in visita presso il California Institute of Technology e cofondatore e amministratore delegato di Forest Neurotech, lanciato nel Ottobre. “Penso che stiamo davvero appena iniziando a sentire gli effetti di questa crescita esponenziale”.
Le origini delle BCI risalgono agli anni ’60 e ’70, quando i primi furono testati su animali da laboratorio. Man mano che i ricercatori cominciavano a comprendere meglio il cervello, questi sistemi si sono evoluti fino a diventare più sofisticati, consentendo alle persone paralizzate di muovere bracci robotici, giocare ai videogiochi e comunicare con la mente. Un tempo una ricerca prevalentemente accademica, le BCI interessano ora un gruppo crescente di aziende emerse dalla fondazione di Neuralink nel 2016.
“La scienza e la tecnologia hanno raggiunto un livello di maturità in cui possiamo iniziare ad avere effetti reali e drammatici sulla condizione umana”, afferma Jacob Robinson, CEO e fondatore della startup Motif Neurotech e professore di ingegneria alla Rice University. “Persone come Elon Musk riconoscono questi punti di svolta e investono capitali nella commercializzazione”.
Nonostante le polemiche sul trattamento riservato alle scimmie cavie, Neuralink ha recentemente raccolto altri 43 milioni di dollari in capitale di rischio, portando l’importo raccolto dalla società a oltre 323 milioni di dollari, secondo i documenti depositati presso la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti.
Anche gli investimenti pubblici, in particolare da parte della Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti e della Brain Initiative del National Institutes of Health, hanno contribuito a far avanzare il settore. Quest’ultimo ha investito più di 3 miliardi di dollari nella ricerca sulle neuroscienze dal suo finanziamento iniziale nel 2014.
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