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In un significativo sviluppo legale, le società cripto olandesi, tra cui Bitvavo e Coinmerce, il successore di Binance, sono emerse vittoriose nella loro battaglia contro una sostanziosa commissione di 2,3 milioni di dollari imposta dai regolatori olandesi. Un tribunale di Rotterdam ha stabilito che la banca centrale olandese (DNB) ha oltrepassato la propria autorità legale imponendo a queste società accuse di registrazione antiriciclaggio.
Il verdetto della corte, emesso mercoledì, ha dichiarato che la valutazione delle richieste di registrazione da parte della DNB andava oltre l’ambito dell’obbligo di registrazione imposto ai fornitori di servizi crittografici dalle normative antiriciclaggio dell’Unione Europea. Inoltre, la corte ha sottolineato che, in base alle normative crittografiche esistenti, non è consentito imporre legalmente costi di vigilanza per l’anno 2021 ai fornitori di servizi crittografici.
Tuttavia, è fondamentale notare che la sentenza del tribunale non influisce sui costi sostenuti nel 2020. Sono in corso procedimenti legali separati per affrontare le spese del 2022.
I Paesi Bassi, che si stanno preparando ad implementare il severo regime di licenze per i mercati in criptovalute dell’Unione Europea, hanno mantenuto una posizione rigorosa nei confronti delle società di criptovaluta. Ciò include l’imposizione di multe sostanziali a Coinbase e Binance per la loro mancata registrazione. In particolare, l’exchange di criptovalute Gemini ha recentemente annunciato il suo ritiro dal mercato olandese a causa del rigido contesto normativo, con Binance che ha trasferito la sua clientela olandese a Coinmerce.
Patrick van der Meijde, presidente della United Bitcoin Companies of the Netherlands (VBNL), l’organizzazione che guida la denuncia, ha espresso soddisfazione per la decisione della corte. Ha dichiarato: “Siamo lieti che la corte abbia ritenuto che l’obbligo di registrazione, come delineato nella legislazione antiriciclaggio dell’UE, è stato violato nei Paesi Bassi”. Van der Meijde ha sottolineato inoltre che i costi esorbitanti legati a questa registrazione non avrebbero dovuto essere trasferiti, poiché esulano dal mandato della DNB.
In risposta alla sentenza, un portavoce della DNB ha confermato di aver preso atto della decisione e di avviare ulteriori consultazioni con il ministero delle Finanze per affrontare la questione. Il portavoce ha affermato che la banca centrale ha costantemente aderito alle leggi e ai regolamenti olandesi e ha ribadito che la sentenza ha riaffermato la loro autorità nel fornire un controllo efficace sul riciclaggio di denaro per il settore delle criptovalute e altre istituzioni finanziarie.
È importante ricordare che i regolatori finanziari in Europa in genere non fanno affidamento sui finanziamenti dei contribuenti, optando invece per addebitare i costi operativi agli enti che vigilano, in proporzione alle loro dimensioni. Nel 2022, le commissioni totali di vigilanza sulle criptovalute ammontavano a 2,2 milioni di euro (2,3 milioni di dollari), cifra che dovrebbe aumentare ogni anno, come notato da van der Meijde.
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