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Serie spinoff basate sul ritmo? Farò un cenno con la testa a questo.
Avendomi dilettato solo con Crypt of the NecroDancer e Cadence of Hyrule, non ero sicuro di come Rift of the NecroDancer sarebbe arrivato per me. Essendo più un gioco puramente ritmico, piuttosto che un gioco d’azione o di avventura, Rift rientra più esattamente nella mia timoneria. Con segmenti che mi ricordano Rhythm Heaven, Everhood e il classico Guitar Hero, sono decisamente entusiasta di Rift of the NecroDancer mentre aspettiamo la sua uscita all’inizio del 2024.
Il protagonista Cadence ritorna con filmati in stile visual novel e una presentazione complessivamente splendida. I personaggi saltano al ritmo della musica e si intromettono durante le sequenze ritmiche, ed è quasi impossibile non annuire al suono della colonna sonora contagiosa. Con artisti come Danny Baranowksky (che ha lavorato ai due titoli precedenti), FamilyJules e Alex Moukala, l’esperienza audio sarà sicuramente leggendaria.
La demo consisteva in tre livelli tipo Guitar Hero (Rhythm Rifts), un minigioco ambientato in studio di yoga e una battaglia contro un boss. Mentre il primo Rhythm Rift era abbastanza semplice e mi ha visto guadagnare un grado A, la difficoltà ha fatto un notevole balzo in avanti con i due successivi. Hai tre corsie con il pulsante necessario da premere in basso e un flusso costante di melme, scheletri e pipistrelli che si riversano su ciascuna corsia che deve essere eliminato a tempo con il ritmo. Ogni mostro richiede però una tecnica diversa per essere sconfitto. Per sconfiggere gli slime verdi basta premere solo un pulsante, ma gli slime blu ne richiedono due; i pipistrelli rossi si sposteranno su una corsia diversa dopo averli colpiti la prima volta; e quando tutte e tre le corsie sono occupate sullo stesso ritmo, devi premere un quarto pulsante per eliminarle tutte.
Il minigioco era breve ma ricordava molto quelli della serie Rhythm Heaven. Nello Yoga a cui ho giocato, dovevo imitare i movimenti dell’istruttore, ma solo dopo che la coppia di personaggi che si allungavano con me si è mossa per prima. È stato un gradito cambio di ritmo rispetto ai veloci Rhythm Rift. Alla fine è arrivata la battaglia contro il boss, in cui Cadence prende in mano una chitarra e deve schivare gli attacchi (quasi come Punch-Out!!) prima di reagire con la sua stessa musica per infliggere danni e ridurre la salute del boss. Questo particolare avversario mi ha lanciato dei pezzi degli scacchi, quindi ho dovuto riconoscere il loro schema di movimento oltre a considerare i segnali audio. Ho adorato la varietà del gameplay e ho lasciato la demo desideroso di trascorrere più tempo con Rift of the NecroDancer.
Dato che ho giocato su una tastiera, è un po’ complicato sapere esattamente come l’esperienza si tradurrà su un controller, ma dato il livello di qualità visto in Crypt of the NecroDancer e Cadence of Hyrule, a questo punto non sono particolarmente preoccupato. Sebbene esista una trama generale di NecroDancer, ne ho visto solo frammenti nella demo, quindi resta da vedere come e perché Cadence si trova in alcune di queste situazioni. Ciononostante, Rift of the NecroDancer mi ha riempito il cervello di brani di prim’ordine e un gameplay soddisfacente basato sul ritmo, e non vedo l’ora di mettere le mani sulla versione completa l’anno prossimo.
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